Il Brunello affronta il clima che cambia con una nuova “forma”

Il Brunello affronta il clima che cambia con una nuova “forma”

Attualità
di Alessandra Marras
20 dicembre 2024

All’ultima edizione di Benvenuto Brunello, il Consorzio ha presentato un nuovo e innovativo sistema di valutazione delle annate che si sviluppa in tre fasi principali: meteorologica, analitica e sensoriale.

C’è un momento speciale nel cuore di Montalcino, in cui il tempo sembra sospendersi per lasciare spazio a un rito solenne: la presentazione ufficiale del Brunello. La 33ª edizione di Benvenuto Brunello, svoltasi a Montalcino dal 14 al 18 novembre, ha portato all’attenzione di critici, operatori del settore e appassionati l'annata 2020 per il Brunello e la 2019 per la versione Riserva. Anche quest’anno i numeri dell’evento sono importanti: oltre 2.500 partecipanti e 100 giornalisti provenienti da 10 Paesi hanno potuto degustare più di 500 etichette di 126 cantine. Molte le novità di questa edizione, a partire dal tanto atteso ritorno dei banchi di assaggio nel suggestivo Chiostro di Sant’Agostino, che ha segnato la ripresa del dialogo diretto tra produttori e pubblico, finalmente riuniti in presenza, e la presentazione di “Brunello Forma”. 

Il futuro dei Consorzi del vino: un confronto a più voci

Tra i diversi appuntamenti in programma, anche la tavola rotonda dal titolo:“Quale futuro per i Consorzi del vino”, moderata da Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera, e animata dagli interventi dei vertici di sei realtà simbolo dell’eccellenza vinicola italiana: Albiera Antinori (Bolgheri e Bolgheri Sassicaia), Fabrizio Bindocci (Brunello di Montalcino), Christian Marchesini (Valpolicella), Giovanni Manetti (Chianti Classico), Graziano Nicosia (Etna), Sergio Germano (Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani).

Nel corso del dibattito, i leader dei Consorzi hanno evidenziato l’importanza di tutelare e valorizzare i territori vinicoli italiani, un patrimonio inestimabile da preservare. «La difesa del territorio è il nostro asset più importante, ciò che garantisce unicità e personalità al prodotto, rendendolo non replicabile», ha dichiarato Giovanni Manetti. Tra i temi centrali emersi spiccano sostenibilità, enoturismo e lotta alla contraffazione. I Consorzi, oltre a garantire la qualità e la reputazione dei vini, devono assumere un ruolo strategico, favorendo la coesione tra i produttori e affrontando sfide globali come l’impatto del cambiamento climatico e le fluttuazioni dei consumi.
Particolare attenzione è stata dedicata all’enoturismo, riconosciuto come una leva fondamentale per valorizzare non solo i vini, ma anche i paesaggi e la cultura locali. Tuttavia, per coglierne pienamente le opportunità, è emersa la necessità di un coordinamento più efficace tra i diversi attori del settore. I Consorzi, veri “guardiani” del futuro enologico, senza sostituirsi al ruolo delle singole aziende, restano il fulcro di questa missione collettiva.  

La nuova valutazione qualitativa delle annate: il nuovo modello “Brunello Forma” 

Nel 2021 Benvenuto Brunello aveva detto addio allo storico sistema di valutazione delle annate basato sulle stelle. Con l’edizione 2024, l’evento segna ora una svolta importante introducendo “Brunello Forma”, un modello che mira a valorizzare la varietà e l’unicità distintive della denominazione. Questo nuovo approccio sposta il focus da una comunicazione quantitativa e autoreferenziale – rappresentata dal numero di stelle – a una narrazione qualitativa e stilistica, in grado di esprimere al meglio l’identità del Brunello di Montalcino. Per la prima volta, anziché presentare la vendemmia appena conclusa, è stata valutata l’annata in uscita a gennaio, la 2020. Il termine "Forma", nell’accezione tratta dall'Enciclopedia Dantesca, fa riferimento al concetto filosofico aristotelico di "forma" come “principio che determina l'identità e la struttura di una realtà”, rispecchiando perfettamente l’intento di questo nuovo approccio: delineare la "forma" delle annate, offrendo una lettura più profonda e articolata della loro identità.  

Montalcino è un territorio di straordinaria eterogeneità, un autentico mosaico ambientale in cui il sangiovese, vitigno trasformista per antonomasia, risponde in modo poliedrico alle diverse condizioni ambientali. L'analisi scientifica e approfondita della relazione tra “meteoclima”, territorio e vitigno è oggi imprescindibile per interpretare l’evoluzione del vino, garantendo una comunicazione più precisa e accurata. In questo contesto vuole inserirsi “Brunello Forma”, un progetto che intende proporsi come adeguato strumento interpretativo per comprendere e meglio affrontare le sfide emergenti legate alle variazioni meteoclimatiche, il cui impatto sulla viticoltura globale è ormai sempre più evidente. 

Offrendo una comprensione ragionata e contestualizzata, Brunello Forma si configura, per le categorie di settore, come una chiave di lettura privilegiata per analizzare la relazione tra i cambiamenti in atto e l’evoluzione del vino, soprattutto considerando quanto evidenziato dal Master of Wine Andrea Lonardi: «l'impatto dei cambiamenti climatici si riflette con maggiore evidenza nell'espressione organolettica del vino, piuttosto che nella sua composizione chimico-fisica e analitica». Lonardi evidenzia come, in un contesto che con sempre più frequenza e regolarità è soggetto a ondate di calore e stress idrici prolungati, questo sistema garantisca un approccio moderno e dinamico per monitorare e interpretare le influenze climatiche sul Sangiovese. 

Se opportunamente utilizzato, Brunello Forma può rappresentare uno strumento consortile di grande valore, affidabile e identitario, in grado di approfondire i nuovi fenomeni atmosferici e il loro impatto, definendo regole per una convivenza armoniosa con il cambiamento, senza snaturare l’essenza del Brunello. Al contempo, può costituire un supporto prezioso di comprensione per la critica di settore, il cui ruolo continua a essere fondamentale. Infine, questo approccio permette di consolidare la reputazione del Brunello, riconoscendone e valorizzandone l’unicità attraverso una visione prospettica che, pur guardando al futuro, mantiene una forte connessione con il genius loci e le radici del territorio.

 Il modello di valutazione si sviluppa in tre fasi principali: meteorologica, analitica e sensoriale. Un sistema virtuoso che integra in modo armonico e completo dati scientifici rigorosamente oggettivi e una soggettività di elevata e accurata professionalità. A chiudere il cerchio, una degustazione finale condotta da un panel internazionale di 8 Master of Wine (MW) . Per questo debutto sono stati coinvolti, oltre ai nostri MW Gabriele Gorelli e Andrea Lonardi, i Master of Wine Madeleine Stenwreth (Svezia), Justin Knock (Regno Unito), Michelle Cherutti-Kowal (Regno Unito), Tracey Dobbin (Francia), Frank Roeder (Germania) e Philip Goodband (Stati Uniti). All’analisi sensoriale alla cieca ha partecipato anche il comitato di presidenza del Consorzio. Durante la sessione di assaggio, sono stati esaminati 57 campioni di Brunello di Montalcino 2020, imbottigliati e certificati DOCG. L'analisi è stata integrata con i dati climatici delle diverse aree di provenienza, generando 456 dettagliate note di degustazione e 8 valutazioni organolettiche finali di sintesi, elaborate singolarmente da ciascun Master of Wine. Il processo si è concluso con la definizione di un unico profilo sensoriale, capace di esprimere appieno l'essenza del Brunello di Montalcino 2020, le cui parole chiave sono: accattivante, brillante, succulenta. 

Ferzan Özpetek, il Brunello e Blue Note

La conferenza al Teatro degli Astrusi, oltre ad aver premiato con il prestigioso Leccio d’Oro i locali che nel mondo celebrano il Brunello con carte vini di straordinaria qualità, ha svelato l’attesa mattonella celebrativa dedicata alla vendemmia 2024. Intitolata “Blue Note”, la ceramica riproduce un’opera realizzata con gessetti colorati dal celebre regista Ferzan Özpetek. «Questo quadro del 1982, nato senza titolo, ma a cui ho dato il nome Blue Note per l’occasione della mattonella di Montalcino, l’ho realizzato a Roma, nel periodo che precedette il mio ingresso nel mondo del cinema come aiuto regista», ha spiegato il regista dal palco. «In quegli anni studiavo all’Università, ma mio padre disapprovava le mie aspirazioni cinematografiche e smise di sostenermi economicamente, così mi sono dato da fare e ho lavorato da un corniciaio nel centro di Roma». 

Tra aneddoti e memorie, Özpetek ha rivelato come il suo legame con il vino affondi le radici nell’infanzia trascorsa a Istanbul, dove a casa c’erano sempre tre tavoli, un via vai continuo di persone, e il cibo non mancava mai. «Mia madre diceva sempre che a tavola non bisogna mai litigare», perché il cibo e il vino sono un piacere della vita, momenti di pura condivisione. Il primo incontro con il Brunello avvenne durante le riprese del film Donne con le gonne a Monticchiello, quando era aiuto regista di Francesco Nuti. Carole Bouquet, la protagonista, gli chiese di includere nell’ordine del giorno una bottiglia di Biondi Santi, e lui, ignaro e senza esitazione, acconsentì. Quando il direttore di produzione gli chiese il motivo di tale richiesta, rispose: “Serve di scena”. «Poi io e Carole salimmo sul tetto di questo casolare dove stavamo girando e lei mi insegnò come si degusta un vino rosso, come assaporarlo, come apprezzarlo».