Castello di Volpaia, orgogliosamente eleganti

Castello di Volpaia, orgogliosamente eleganti

Degustando
di Alessandro Franceschini
14 febbraio 2025

A Radda in Chianti, un piccolo e affascinante borgo a sé stante dà origine a vini che riescono a sfidare il cambiamento climatico mantenendo finezza e naturalezza

Il Chianti Classico Riserva del 2015 salì sul podio dei migliori tre vini al mondo per Wine Spectator nel 2018 e, più recentemente, sempre la celebre rivista a stelle e strisce ha incluso il Chianti Classico 2021 questa volta nella “Top 10 Wine Value of the Year 2023” che invece premia i migliori vini che riescono a coniugare in un colpo solo qualità, presenza sul mercato americano e prezzo abbordabile. 

Insomma, i premi e i riconoscimenti, per i vini di Castello di Volpaia, non sono in realtà mai mancati e, quasi certamente, non mancheranno neanche in futuro, non tanto e solo per la perizia tecnica con quale sono realizzati, quanto per la capacità di interpretare una sorta di spirito del tempo, che oggi in un po’ tutte le denominazioni fa rima con eleganza, sobrietà del sorso e una scorrevolezza che al tempo stesso deve essere sinonimo di carattere.

«Un tempo i vini di Radda erano considerati troppo magri, oggi invece sono ricercati proprio per questo motivo» ha quasi ironicamente commentato Federica Mascheroni Stianti, che insieme al fratello Nicolò rappresenta la terza generazione di una famiglia che custodisce un vero e proprio borgo fortificato del 1172, durante un incontro con la stampa per presentare l’ingresso nel catalogo di Sarzi Amadé, nome di riferimento della distribuzione di vini in Italia.

Biologici già dal 2000, Castello di Volpaia, con i suoi 45 ettari posti tra i 400 e 600 metri di altitudine, si trova in una delle 11 UGA del Chianti Classico, Radda, caratterizzata dalla presenza di un clima fresco, con vigneti posti ad altezze elevate e che spesso porta a raccolti più tardivi rispetto ad altri areali presenti nella denominazione. 

Certamente un valore che, al netto della presenza anche da queste parti del segno dei cambiamenti climatici, come ammette lo stesso Nicolò Mascheroni Stianti, che inevitabilmente portano a un naturale innalzamento del tenore alcolico rispetto al passato, fa sì che questo luogo continui a resistere come una sorta di avamposto dell’eleganza del sangiovese e che, bicchiere alla mano, si traduce in vini di ottima compostezza, “naturalezza” ed espressività. 

Giocano, naturalmente, un ruolo non secondario la presenza di suoli composti da arenaria, in grado di donare vini longevi e fini, e un attento lavoro di selezione massale del sangiovese. Uno stile, quello di Castello di Volpaia, che la famiglia ricerca anche nelle altre tenute, a partire da quella denominata Nike, presente a Pantelleria, e poi anche a Castelprile, in località Prile, in Maremma, dove è in atto un importante progetto di riconversione di tutti i 12 ettari al solo vermentino.

La degustazione 

VSQP Brut Pinot Nero Metodo Classico “Bollicine di Nika”
“Da giovane sono andato a lavorare da Pol Roger per imparare il francese: non l’ho fatto, ma ho assaggiato tanti liqueur d’expedition: quando ho comprato casa a Pantelleria ho assaggiato tutti i vini prodotti sull’isola e ho identificato lo stile del passito che meglio si prestava per ottenere la mia liqueur d’expedition”. Con questo aneddoto Nicolò Mascheroni Stianti introduce la nascita di questo Metodo Classico molto originale, perché unisce un vino base ottenuto dalla vinificazione di pinot nero dell’Oltrepò Pavese e precisamente dell’azienda Fontanachiara di Casteggio, con appunto una liqueur ottenuta da uve di zibibbo lasciate appassire a Pantelleria. Dopo 24 mesi di riposo sui lieviti nasce uno spumante dalla carbonica molto delicata e caratterizzato da un naso che gioca su sensazioni di frutta secca e candita, con una “dolcezza” del frutto avvertibile ma mai stucchevole.

Chianti Classico DOCG 2022
Questo sangiovese quasi in purezza, con la presenza di un piccolo saldo di merlot che a tendere dovrebbe scomparire, è qualcosa di più di un semplice vino di ingresso, che ben identifica lo stile di Castello di Volpaia. Il frutto è armonioso, maturo ma senza mai eccedere verso deviazioni marmellatose, e con l’ossigenazione si assesta su note floreali di violette molto fini e piacevoli. Freschezza del sorso e tannino delicato sono un timbro di fabbrica evidente e che rendono questo vino davvero molto piacevole e dinamico al palato. La vendemmia è iniziata a metà settembre e si è protratta fino a metà ottobre, la maturazione si svolge per un anno in botti da circa 30 ettolitri.

Chianti Classico DOCG Riserva 2021
L’asticella si alza, vuoi per l’intensità del frutto che per la presenza di una grana tannica più importante, ma sempre fine, che insieme a una freschezza importante rendono questa Riserva molto godibile in questo momento. L’annata certo ha dato un apporto importante, «una di quelle che ne vorremmo avere tante», afferma Federica Mascheroni Stianti, grazie alla presenza di alcune piogge e temperature più miti a partire dalla metà di agosto. Il rovere è appena accennato – trascorre due anni in botti di rovere francese e sloveno – e lascia spazio immediatamente a un frutto di perfetta maturazione e dolcezza.

Toscana IGT Balifico 2021
Dal nome di una vigna di 3,6 ettari, nato nel 1985 dall’unione di sangiovese (65%) e cabernet sauvignon (35%), è ancora oggi la testimonianza di cosa fu il movimento poi definito “supertuscans”, all’interno del quale anche Castello di Volpaia ha recitato un ruolo importante. Le note boisée, inizialmente evidenti con le sfumature di vaniglia, lasciano spazio poco dopo a note fruttate di mirtilli e a quelle di fieno. Al palato emerge il timbro di questo terroir, vuoi per un tannino che seppur docile e morbido, ha una notevole grinta, sia per un’acidità di bella fattura. Matura per 18 mesi in barrique di rovere di Allier.

Chianti Classico DOCG Gran Selezione Radda Coltassala 2021
Nato come supertuscans, poi diventato IGT nel 1994 e l’anno dopo ancora approdato nella sua vera denominazione – «decisione che ci penalizzò, mentre oggi si è rivelata vincente» ha spiegato Nicolò Mascheroni Stianti –, oggi fa parte della parte alta della piramide della denominazione, essendo una Gran Selezione con l’indicazione della Uga Radda. Coltassala è un vero e proprio cru che prende il nome dalla vigna più antica presente in azienda. Ha una grande complessità al naso, con un iniziale e classico timbro fruttato di ciliegia che poi lascia spazio alla florealità delle violette, alla liquirizia e a una diffusa mineralità che poi ritorna anche al palato. Bocca severa, con un tannino di bella grana, vivo ma sottile, e un finale balsamico e mentolato molto affascinante. Matura per 2 anni in barrique di rovere di Allier. Oltre al sangiovese (95%) si aggiunge un piccola parte di mammolo. 

Passito di Pantelleria DOC 2018 Nika
Le note agrumate e di albicocca disidratata, quelle di dattero e di miele di acacia. I profumi sono quelli classici, una sora di carta d’identità, di questo famoso passito che nelle migliori versioni, come questa, riescono a giocare sul filo della dolcezza e della freschezza con bella agilità, che si traduce in una scorrevolezza di beva notevole. Le uve, raccolte a fine agosto, sono lasciate appassire al sole per circa un mese. Poi vengono pigiate, diraspate e messe a macerare insieme al mosto in fermentazione del raccolto di settembre.