Disciplinari di produzione: tutte le novità del 2020
Diritto diVino
di Paola Marcone
11 gennaio 2021
Nuove tipologie, una nuova DOCG e diverse variazioni e modifiche. Ecco tutti i cambiamenti, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, ai disciplinari di produzione delle denominazioni italiane nell'anno che si è appena concluso
Nel corso del 2020 sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale ben 16 decreti del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali con cui sono state approvate modifiche ordinarie ad altrettanti disciplinari di produzione di vini italiani.
In alcuni casi si è trattato di variazioni tecniche, accompagnate magari dall’introduzione di nuovi vitigni per la produzione o da aggiustamenti nelle percentuali degli uvaggi; alcuni aggiornamenti, invece, hanno puntato al miglioramento della comunicazione dell’identità dei vini tutelati dal disciplinare; un terzo gruppo di modifiche, infine, si è rivelato piuttosto significativo, avendo introdotto nel panorama dei vini italiani nuove tipologie di prodotti, con l’autorizzazione, in un caso, anche al passaggio da DOC a DOCG.
Nuove tipologie
PROSECCO DOC
La denominazione, campionessa di produzione e vendite, ha introdotto, non senza contrasti tra i produttori soprattutto dell’area triestina, la nuova tipologia del Prosecco spumante rosé che si affianca a quella Prosecco, Prosecco spumante e Prosecco frizzante. Il vino deve essere ottenuto per fermentazione naturale in autoclave da Glera, tra 85% e 90%, con saldo tra il 10% e il 15% di Pinot nero vinificato in rosso. La commercializzazione, poi, è prevista nelle versione da brut nature a extra dry. Da segnalare che il Prosecco spumante rosé nasce come tipologia millesimata, dal momento che è obbligatorio riportare in etichettatura il termine millesimato appunto, seguito dall’anno di raccolta delle uve.
FIANO DI AVELLINO DOCG e GRECO DI TUFO DOCG
Nei due disciplinari campani si è ottenuta la possibilità di vinificare anche la tipologia riserva, che nel caso del Greco di Tufo è stata ammessa pure a fianco di quella già esistente Greco di Tufo Spumante. Questa nuova tipologia sarà sempre elaborata con Metodo Classico e il residuo zuccherino sarà da extrabrut a extradry per entrambe le versioni.
RUCHÈ DI CASTAGNOLE MONFERRATO DOCG
È stata introdotta la tipologia riserva, con un periodo minimo di invecchiamento di 24 mesi di cui almeno 12 mesi in botti di legno. La curiosità di questo disciplinare è di essere uno dei pochi (così come quello del Barolo e del Barbaresco) a vietare espressamente e da sempre la dicitura “naturale” in etichetta.
TERRE ALFIERI DOCG
La denominazione piemontese, già DOC dal 2009 e che comprende l’intero territorio di alcuni Comuni in provincia di Asti e parte di alcuni Comuni in provincia di Cuneo, ha ottenuto il passaggio a DOCG diventando la diciottesima della Regione. Al Terre Alfieri Arneis e al Terre Alfieri Nebbiolo sono state aggiunte le tipologie Terre Alfieri Arneis Superiore per i bianchi e Terre Alfieri Nebbiolo Superiore e Terre Alfieri Nebbiolo Riserva per i rossi.
Variazioni e modifiche
TEROLDEGO ROTALIANO DOC
Sono state aggiornate le capacità nominali e le tappature dei contenitori per le tipologie Superiore e Riserva.
CERASUOLO DI VITTORIA DOCG
È stato aumentato il titolo alcolometrico volumico totale minimo (da 12% a 13%).
ASTI DOCG
Si è permesso l’utilizzo di un 3% di vitigni a bacca bianca aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte da affiancare al minimo 97% di Moscato bianco, superando così l’obbligo di monovitigno che contraddistingueva la denominazione. C’è stato poi l’innalzamento delle rese oltre che l’aumento di titolo alcolometrico volumico naturale minimo per la sola versione ASTI spumante metodo classico. Per tutte le categorie di spumanti, infine, le tipologie previste vanno dal pas dosè al dolce.
COLLI DI RIMINI DOC
Oltre alle modifiche ordinarie approvate dall’Italia, è stata richiesta anche la modifica unionale del nome in Rimini DOC che necessita di autorizzazione dell’Unione Europea, ancora non concessa però, mentre è già in vigore l’aumento, per il rosso anche nella nuova tipologia riserva, sia delle percentuali che dei vitigni internazionali di produzione da affiancare al Sangiovese. Modifica parziale dell’uvaggio e delle relative percentuali sono state poi previste per il bianco, mentre non vi sono più le versioni amabile e dolce per la Colli di Rimini Rebola, mantenendosi solo la versione secco e passito. Interessante notare come nel disciplinare aggiornato sia stato appropriatamente indicato il nome del vitigno principale della Colli di Rimini Rebola, essendosi sostituito a Pignoletto bianco il nome Grechetto gentile.
MAREMMA TOSCANA DOC
Le modifiche hanno comportato un significativo riordino del disciplinare che riguarda vini provenienti da un areale di produzione davvero ampio come l’intera provincia di Grosseto, con la possibilità di utilizzo di molteplici vitigni, internazionali e non, per la produzione di tantissime tipologie.
Nell’ultimo aggiornamento balza all’evidenza l’inserimento della tipologia riserva sia per i bianchi che per i rossi con un ampliamento della base ampelografica, anche nelle percentuali, sia per i rossi, a base Sangiovese, che per i bianchi a base Vermentino e Trebbiano toscano che ora vedono affiancarsi anche il Viognier. Novità assoluta sono le tipologie Maremma toscana Cabernet Franc, Maremma Toscana Petit Verdot e Maremma toscana Pugnitello oltre alla possibilità di indicare in etichetta il nome di ciascun vitigno per quelle tipologie cosidette bivarietali.
MITTERBERG IGT
La novità di questo disciplinare altoatesino, che abbraccia tutta la provincia di Bolzano, riguarda più che altro l’introduzione di nuovi ulteriori vitigni PIWI tra quelli possibili per la vinificazione (Solaris, Johanniter, Muscaris, Souvignier gris) oltre all’aggiunta di Chardonnay e Manzoni bianco al lungo elenco di vitigni allegato al disciplinare, da cui è stato estromesso il Perricone. È stata, inoltre, esclusa la tipologia Mitterberg novello.
Menzioni e areali di produzione
L’ultimo gruppo di disciplinari che ha subito modifiche, infine, sembrerebbe avere in comune l’obiettivo di rendere più incisiva la comunicazione dell’identità del vino tutelato. Si è, infatti, per lo più intervenuti sulle menzioni in etichetta o sulla delimitazione dell’areale di produzione:
TAURASI DOCG
È stata eliminata la dicitura rosso per specificare le tipologie e conseguentemente non sarà necessario scriverla in etichetta sul presupposto che i vini prodotti da uve per un minimo dell’85% di Aglianico abbiano ormai una identità talmente forte da non necessitare alcuna ulteriore specifica.
ROSSO DI MONTEPULCIANO DOC - VIN SANTO DI MONTEPULCIANO DOC - VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO DOCG
Il Consorzio di Tutela, che rappresenta tutte e tre le denominazioni, ha ottenuto la modifica dell’etichettatura rendendo obbligatorio riportare il termine geografico “Toscana”. Sono stati minuziosamente indicati anche la successione dei termini, il tipo e stile dei caratteri, la spaziatura, la tonalità e l’intensità colorimetrica. La modifica, dunque, costituisce l’evidente tentativo di comunicare con maggiore incisività la provenienza dei vini dall’areale di Montepulciano, fornendo ai consumatori meno esperti o a quelli internazionali un ulteriore strumento per non cadere in confusione tra il vitigno Montepulciano d’Abruzzo e il vino proveniente dalle tre denominazioni toscane. È stato concesso, comunque, un termine per smaltire le eventuali vecchie etichette, ma in ogni caso dal 30 giugno 2022 si troveranno in commercio solo quelle con l’aggiunta della dicitura obbligatoria “Toscana”.
MOSCADELLO DI MONTALCINO DOC
La modifica ha ristretto l’areale di produzione, prima esteso a tutto il territorio amministrativo di Montalcino e ora limitato a solo parte del Comune, essendosi individuate specifiche zone idonee alla produzione, si presuppone, ritenute più vocate. Rispetto alla precedente versione del disciplinare, però si è anche deciso di escludere riferimenti a peculiarità geologiche, altimetriche o di esposizione dei terreni, limitandosi a estromettere i terreni di fondovalle eccessivamente umidi.
In conclusione, possiamo dire che nel 2020 il mondo dei disciplinari ci ha offerto la possibilità di sperimentare la degustazione di tanti nuovi vini, che si aggiungono ai molti altri che non necessariamente rientrano in una qualche classificazione, ma che sono ugualmente frutto dell’eccellente lavoro dei produttori italiani. Le prove da fare, quindi, sono tante; non ci resta che iniziare a stappare!